lunedì 4 marzo 2013

Verso la nuova SuperFerrari

Visto che domani sarà finalmente svelata al mondo la nuova serie speciale Ferrari, erede della Enzo che ha ormai più di dieci anni portati egregiamente come la mia Punto Multijet, ripercorriamo brevemente la storia delle antenate Super, affiancandole alle loro sorelle da corsa dello stesso anno.

Cominciamo con lei:

Leggendaria e bellissima, la 288 GTO
Era il 1984 e Ferrari voleva costruire una vettura da corsa Gruppo B partendo dalla 308 GTB. E infatti le due vetture si somigliano molto, solo che la GTO è un bel pò più pompata essendo stata dotata di un 8 cilindri turbocompresso (che andava di moda all'epoca) e 2.8 di cilindrata, 400 cavalli e 305 Km/h. Carrozzeria in kevlar (quindi era anche a prova di proiettili...). Fu prodotta in soli 272 esemplari (per avere l'omologazione B doveva essere prodotta al massimo in 200 esemplari), ma non venne mai utilizzata per lo scopo della sua produzione.
Quell'anno in F1 si correva col turbo e la rappresentante per Maranello era la 126 C4 portata in pista da René Arnoux e dal mitico e compianto Michelone Alboreto.

Alboreto che vinse l'unica gara della stagione a Zolder, 720 giorni dopo la tragedia Gilles.
Nel 1987 arriva un'altra vettura dal sapore speciale, un pò come i tortellacci alla ricotta e le lasagne che vanno alla grande lì in Emilia, la foto parla per lei:

Sua maestà, la F40 in posa pornografica.
Derivata dalla 288 GTO attraverso un processo di evoluzionistico simile a quello dei mammiferi, la F40 è passata prima allo stadio 288 GTO Evoluzione...

Uno strano ibrido tra la GTO e la F40. E un furgone GMC.
...poi a quello finale che conosciamo tutti. La F40 celebrava i primi quarant'anni di attività della casa di Maranello, l'ultima vettura battezzata dal Drake, era destinata inizialmente a una produzione limitata a 400 esemplari, che schizzarono negli anni a 1337, complice la forte richiesta e l'omologazione per il mercato USA. La vettura era costruita secondo una filosofia race-oriented, era infatti ridotta all'osso sotto ogni punto di vista, niente comfort, solo prestazioni pure. La scocca era in kevlar e la carrozzeria in fibra di vetro, la verniciatura sottile che lasciava intravedere il materiale sottostante. Il motore era anche qui un'evoluzione dell'otto cilindri GTO, biturbo 2.9 di cilindrata e 470 cavalli che portavano la F40 a 324 Km/h, record per una vettura stradale battuto poi dalla Bugatti EB110 nel 1991. Bei tempi andati in cui i costruttori di supercar facevano a gara a chi aveva il fondoscala del tachimetro con numero più alto. Come quando da piccoli si faceva a gara a chi urinava più lontano per essere eletti dei veri duri.
Sul fronte F1, all'epoca la Ferrari schierava la F1-87 che segnava l'arrivo di un certo Gerardino Berger in coppia ancora con Alboreto. L'austriaco si aggiudicherà le ultime due gare della stagione, Australia e Giappone e segnerà una pole in Portogallo.

Berger in azione a Monaco.
Per vedere un'altra Super bisognerà aspettare il 1995, anno in cui arriverà la F50.

Forse non la più bella serie speciale, ma comunque resta una Ferrari speciale.
Qui si fa la voce grossa, in quanto la nuova vettura celebrativa monta il marchio distintivo Ferrari: il motore V12, che deriva nientemeno che dalla monoposto 640F1 1989 di Mansell, dotato di 520 cavalli e una cilindrata di 4,7 litri. La paricolarità è che si tratta di una vettura col tettuccio asportabile, stile "targa" Porsche. Il motore era parte del telaio per aumentare la rigidità totale e la Brembo aveva sviluppato un impianto frenante appositamente per la F50...senza ABS. Impensabile oggi. Una vera vettura da pista, come richiesto da Piero Ferrari. Fu prodotta in 349 esemplari e per evitare speculazioni ogni riccone poteva acquistarne una sola e venderla dopo massimo due anni. Tra i proprietari figurano anche Tyson e Maradona. Chissà se le hanno ancora?

Nel 1995 la Ferrari usciva da brutti periodi agonistici, o meglio cominciava a uscire, con la 412T2 guidata da Jean Alesi e dal veterano Gerhard Berger

Giovanni Alesi al GP cel Canada, vittoria gentilmente concessa da Schumy, costretto da un raro ritiro.
La vettura comunque, oltre alla vittoria di cui sopra, conquista 11 podi e si piazza terza nel costruttori. E' l'ultima stagione del duo franco-tedesco, poi arriverà Schumacher...

E arriviamo ai giorni nostri. Nel 2002 viene presentata la Enzo, summa della tecnologia maturata nelle corse e dell'esperienza Ferrari da costruttore di vetture Gt.

Subito evidente l'ispirazione dalle vetture F1, la Enzo è il top della tecnologia.
Prodotta in 399 esemplari (più uno che fu donato a Giovanni Paolo II, quindi 400) e sviluppata da Michael Schumacher (un pò come fece la Honda con Senna per la NSX...), la Enzo è interamente costruita in fibra di carbonio, che regna sovrana anche negli interni molto essenziali e race-style. Il motore è ancora V12 aspirato da 660 cavalli, 6,0 litri di cilindrata e 665.000 eurocucuzze di prezzo. Tanti sei oltre agli zeri. L'auto era capace di circa 350 Km/h di velocità, il massimo mai raggiunto da una Ferrari stradale. Dalla Enzo deriveranno anche la Maserati MC-12 che stravinse nel mondiale FIA GT...

Qui in versione racing, appunto.
...e la FXX, parte del programma Ferrari per clienti facoltosi. La comprate, la lasciate a Maranello e la usate quando lo diciamo noi. E 30 persone hanno accettato. Una è stata donata a Michael Schumacher.

Una belva da oltre 800 cavalli. Qui a riposo.
Nel 2002 la Ferrari era nel pieno del suo splendore agonistico, aveva già incoronato re del mondo Nonno Schumy nel 2000 e nel 2001 e si apprestava a ripetersi anche nel 2002 (e '03 e '04...) con la F2002:

Schumy al GP d'Italia. No, non vinse, arrivò 2° dietro Barrichello.
Monoposto dai numeri straordinari, 15 vittorie su 19 gare disputate, 11 pole e 15 giri veloci e ben nove doppiette. Era una noia mortale guardare i GP in quel periodo, ma si godeva anche tanto. Soprattutto quando Autosprint titolava: "Tutti doppiati!".

Bene, aspettiamo con ansia due cose ora: la presentazione della prossima Ferrari speciale (F70, F150, Drake, chiamatela come vi pare) e l'inizio del mondiale F1 2013. Inutile commentare i test ormai, andiamo a Melbourne e speriamo bene.

1 commento:

  1. Hei mark,hai omesso le derivazioni racing dell'F40 e la F50 GT1...Magari una menzione...una menzioncina anche

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