domenica 7 ottobre 2012

La rivincita dei piccoli

Che poi sono il piccolo brasiliano e il piccolo giapponese. Ancora una volta si assiste ad uno show cabarettistico del grande comico Grossogianni! Al via succede che il francesino centra il povero Webberone che si mette per traverso nel bel mezzo della prima curva, in pieno stile manovra PITT della polizia americana. Solo che qui siamo in Giappone e Grosjean non è un poliziotto. Almeno ufficialmente. I commissari gli affibbiano uno stop&go e tutti sono più contenti. Ma la Lotus è protagonista negativa in partenza perché Raikkonen sfiora la gomma posteriore destra di Nando Alonso che finisce in testacoda e deve ritirarsi. Ahia. Safety car in pista con Vettel al comando, l’eroe di casa, Ninja Kamui al secondo posto e un ottimo Felipinho Massa terzo.  Al 6° giro Sergio Perez si trova dietro a Luigino Hamilton, si immedesima nelle vesti di prossimo pilota grigio McLaren e lo infila prepotentemente al tornantino. Lewis non se n’è accorto, ma stava già guidando una Mercedes. Nel tentare la stessa manovra su Button, futuro compagno, al 18° giro però, Perez si ritrova all’esterno e finisce in testacoda. Addio sogni di gloria per oggi. Ma Jenson ha già capito con chi avrà a che fare l’anno prossimo. Il povero Schumy (che, lo ricordiamo, ha salutato la compagnia per la seconda e ultima volta per raggiunti limiti di cataratta) partiva 23° e piano piano risaliva fino all’11° posto. Sottotono Button ed Hamilton, che non si smuovono dal 4° e 5° posto. Dopo la sosta ai box Massa riesce a scalzare Kobayashi al secondo posto e prosegue la sua corsa verso la conferma a Maranello, a meno di sorprese dal Gp di Corea in poi. Al 33° giro comincia il secondo giro di soste ai box, mentre Vettel continuava la sua cavalcata dando 14 secondi a Massa che fa quel che può in seconda posizione, già di per sé è tanta roba. Tentava di ritardare la sosta ai box con la tempistica Ferrari non sempre al top, ma alla fine al 37° giro si ferma e mantiene la seconda posizione davanti al “piccolo giapponese della Sauber” (che ha, lo ricordiamo, 13 anni) come suggerisce Mazzoni. Alonso intanto, intervistato manda una macumba terribile a Vettel: “Non è successo niente, oggi è toccato a me, domani tocca agli altri”. Seb, avvertito via radio, si strizza i gioielli di famiglia come può, tra una curva e l’altra. E ha tempo anche di fare giri veloci, col distacco su Felipe che sale a 18 secondi. Nel finale, Alonso lascia la pista lanciando anatemi in compagnia della russa fidanzatina e del fido massaggiatore (di Nando, non della ragazza). In pista, Button sveglia la McLaren dal torpore e si avvicina a Kobayashi quando mancano 5 giri al termine e ci si sposta su Rai Due…dove non cambia nulla, anzi c’è Schumy all’attacco di Ricciardo per la decima posizione, giusto perché deve dimostrare di essere al pari dei più giovani, come dice lui. Insomma, a un giro dal termine, Button non riesce a prendere Koba (per fortuna, in fondo chi scrive tiene per il Giappone) Grosjean termina lo spettacolo e si ritira tra i fischi del pubblico e Vettel non subisce l’effetto degli strali malefici di Alonso e va a vincere in maniera netta, senza mai aver perso la testa della gara. Ora Nando ha solo 4 punti di vantaggio sul tedesco (190) che ormai è l’unico vero rivale per il mondiale, visto che Raikkonen e gli altri sono distanti oltre i 30 punti. In Giappone si festeggia intanto un giapponese sul podio, 22 anni dopo il leggendario (?) Auguri Suzuki.
Resa dei conti in Corea domenica prossima.      

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