Come ogni anno in giugno, è arrivato l'appuntamento con la gara più prestigiosa del motorsport, anche più del gippì di Montecucco, del rally di Gran Bretagna e spostandoci alle due ruote, più della gara sull'isola di Man. Insomma, la ventiquattrore di Le Mans è LA gara. Perché? Beh, perché ormai dal 1923 si corre su questo circuito non permanente fatto di strade di campagna piene di sobbalzi e sconnessioni, luoghi di magia e storie tra il vero e il faceto, di piloti che si ritrovavano in mutande per sopperire alla calura dovuta al meteo di giugno e al meteo degli abitacoli infuocati. Quest'anno Le Mans festeggia il 90° anniversario. La torta la offre Audi.
La prima edizione del '23. L'illustrazione dell'auto che corre esprime tutta la velocità e la potenza cara ai futuristi. Gran festa con fuochi d'artificio e American Bar...altri tempi. |
L'auto che correva (si fa per dire) era la Chenard et Walcker Sport che con gli ingegneri-piloti Lagache e Léonard vinse la prima edizione della 24 ore. L'idea iniziale era che un equipaggio doveva dimostrarsi il migliore (quindi percorrere la maggior distanza totale) per tre anni di fila per aggiudicarsi la coppa Rudge-Whitworth. Siccome l'Audi ancora non c'era, l'idea venne abbandonata nel 1925. La casa degli anelli oggi avrebbe i box costruiti con le coppe Rudge-Whitworth.
Anche Newey oggigiorno prova a fare l'ingegnere-pilota, ma i risultati...vabbé, eccelle nel progettare.
Il regolamento per correre a Le Mans era semplice:
In breve, un'auto doveva essere strettamente di serie. Lanterne comprese. E non è poco, dato che diverse vetture riscontrarono problemi elettrici durante la notte e rimasero al buio. Una lanterna può salvarti la vita.
Nel '25 esordisce il primo equipaggio italiano (i primi due anni hanno visto praticamente solo francesi) con Mario e Tino Danieli su O.M. Superba e registra il 4° posto assoluto e primo di classe 2 litri.
Nel '26 per la prima volta si supera la media dei 100 orari. E' la svolta. Il merito è di un'altra vettura storica e vincente
Dal '27 al '30 si impone la Bentley, altro marchio storico a Le Mans, prima con la 4.4 litri e poi con la mitica 6Litres SpeedSix
Per la prima vittoria italiana ci vuole il '31 con l'Alfa 8C 2300LM alla media di 125 orari. I piloti però erano inglesi, Lord Howe e Henry Birkin. Dal '32 al '34 l'Alfa vincerà ancora con piloti del calibro di Chinetti e sua maestà Tazio Nuvolari.
La 24 ore riprenderà solo nel 1949, dopo la guerra mondiale, e appare la Ferrari, vincente da subito con la 166MM motorizzata dal V12 2 litri (in pratica ha vinto pur appartenendo a una categoria inferiore) pilotata da Chinetti (che nel frattempo era diventato cittadino americano) e Lord Selsdon.
...la storia continua.
Il motore 3 litri permise a questa nonna di percorrere, alla media di 92 orari, 2209 chilometri. |
Il regolamento per correre a Le Mans era semplice:
" 1) The engaged cars must be in conformity to the description given in the year’s catalogue published by their constructor.
2)
The body of the car must comprise: The wings, the footboard, the
headlights, the lanterns (!!!), the hood, the horn, the retrovisor, the
windshield... In short, all what comprises a
regular car. "
In breve, un'auto doveva essere strettamente di serie. Lanterne comprese. E non è poco, dato che diverse vetture riscontrarono problemi elettrici durante la notte e rimasero al buio. Una lanterna può salvarti la vita.
Nel '25 esordisce il primo equipaggio italiano (i primi due anni hanno visto praticamente solo francesi) con Mario e Tino Danieli su O.M. Superba e registra il 4° posto assoluto e primo di classe 2 litri.
Nel '26 per la prima volta si supera la media dei 100 orari. E' la svolta. Il merito è di un'altra vettura storica e vincente
La Lorraine-Dietrich B3-6. Inchinatevi. Il fatto che Lorraine producesse anche motori d'aereo è un caso. O no? |
Dal '27 al '30 si impone la Bentley, altro marchio storico a Le Mans, prima con la 4.4 litri e poi con la mitica 6Litres SpeedSix
Per la prima vittoria italiana ci vuole il '31 con l'Alfa 8C 2300LM alla media di 125 orari. I piloti però erano inglesi, Lord Howe e Henry Birkin. Dal '32 al '34 l'Alfa vincerà ancora con piloti del calibro di Chinetti e sua maestà Tazio Nuvolari.
La 24 ore riprenderà solo nel 1949, dopo la guerra mondiale, e appare la Ferrari, vincente da subito con la 166MM motorizzata dal V12 2 litri (in pratica ha vinto pur appartenendo a una categoria inferiore) pilotata da Chinetti (che nel frattempo era diventato cittadino americano) e Lord Selsdon.
...la storia continua.
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