domenica 6 ottobre 2013

GP Corea: Ke Kimi!!! Ma Seb vince ancora...

Ancora una volta, la coppia Lotus accerchia Vettel sul podio, dopo Bahrain 2012 e 2013.
E' giusto onorare Kimi Raikkonen nel titolo e dare meno rilievo a Vettel, che pur vincendo la gara e sfatando l'inutile tabù coreano del poleman che poi non domenica se la piglia in saccoccia, non ha emozionato come invece hanno fatto i piloti che partivano dalle piazze a metà gruppone. Ecco, Iceman, come a Singapore, confeziona una gara in rimonta che fa sognare i tifosi Ferrari. Partiva 9° in griglia, ma grazie alla E21 che oggi aveva il passo in più in gara e grazie anche alle due safety car, riesce a finire 2° a soli 4.2 secondi da Konig Vettel. E soprattutto strappando la posizione a Grosjean che pure se l'era sudata da inizio gara. Tanto che Bollitore Boullier comunica via radio al baguettaro un "you are faster than Kimi" di Smedleiana memoria.  Solo che Romain non è così tanto più veloce di Kimi e quindi alla fine il sorpasso non si propizia. Avrei proprio voluto vedere Raikkonen lasciare la posizione chiedendo anche scusa al compagno.

Le Ferrari sono state invece deludenti. Mai in palla sul passo gara, addirittura con Alonso incapace di sorpassare un Hulkenberg che oggi con i denti si è tenuto un 4° posto da eroe, lottando appunto con lo spagnolo e con Hamilton (5°), mai in grado di passare. Anzi, una volta sì, ma grazie alla miglior trazione della C32 in ingresso alla zona DRS, Hulk si riprendeva il maltolto. Massa sbaglia la frenata in avvio gara e rischia di carambolare su Nando, si gira, finisce in fondo al gruppo e rimonta poi fino al 9° posto. Al massimo l'avremmo visto dietro Nando (6°) a fine gara. Le due McLaren finiscono a punti con Button 8° e Perez 10°. E' un'agonia che tutti a Woking sperano finisca presto.

Si ritorna a parlare di gomme in crisi, vista la delaminazione del cinturato Pirelli su Perez che deve averla presa pressappoco così:


D'altronde oggi, tra le millemila curve e curvette dello Yeongam Circuit, l'anteriore destra era in crisi su tutte le monoposto, anche Vettel accusava graining vistosissimo, su una RB9 che ha come unico problema la pompetta dell'acqua per il pilota, come dichiarerà Seb a fine gara al microfono di Johnny Eriberto. E l'altra RB9? Quella col numero 2? Niente, quella serve solo da talismano cacciaguai per Vettel. Tutti i guia li raccoglie Webber: si becca Di Resta nel fianco e subito dopo, quasi come se la Force India avesse innescato una miccia, la RB9 numero 2 va a fuoco. Di nuovo. Così, puff! 
Al povero Marcone non resta che attendere il solito passaggio...

...solo che oggi lo riporterà ai box un commissario col motorino...
Questo riporta in pista Maylander e la sua SLS, ma prima di lui è entrato in pista Sergio Marchionne con una Jeep Grand Cherokee, per pubblicizzarne il lancio anche in Corea. Abbiamo anche una sequenza:


Giusto per rendere più emozionante sul finale una gara quasi noiosa, sulla quale non è caduta nemmeno una goccia di pioggia. E menomale che c'era previsto un uragano forza 5.

Ora si va a Suzuka, dove Vettel, forte dei suoi ottantredicimila punti di vantaggio su Alonso, potrebbe finalmente chiudere il discorso che ormai è retto in piedi solo dalla scienza dei numeri. Ma la domanda è: perché si ritira sempre e solo Webber?

Saluti da Yeongam!

1 commento:

  1. Credo che a 'sto Mark non veda l'ora di iniziare a correre per la Porsche...

    RispondiElimina